D’altra parte, la possibilità di una lettura indigenista dell’opera di Vallejo, e quindi anche di Trilce, permane, in ogni caso, all’interno di una corrente piuttosto florida di studi vallejiani, inaugurata da un saggio di Phyllis Rodríguez-Peralta[19] e che ha recentemente trovato nuova linfa nelle ricerche di Pedro Granados Agüero[20]. Non si tratta soltanto, come già avvertiva, tra gli altri, Roberto Paoli, di rintracciare uno «spirito indio» che per Vallejo costituisce «prima il suo mito e poi il suo ideale»[21]; si può anche provare a delineare con maggiore precisione l’alto grado di sincretismo di tale mitologia, e poi di tale ideale – a partire, ad esempio, dalle frequenti occorrenze, in Trilce, del «sole»/«Sole»/«sol», in un continuum che va dall’evocazione dell’elemento naturale alla rappresentazione della divinità (cristologica e al tempo stesso legata alla mitologia indigena post-ispanica di Inkarri[22]), per finire con la degradazione tipicamente modernista data dall’omonimia del Sole/sol con la valuta corrente, allora come oggi, in Perù.
[ Por otro lado, la posibilidad de una lectura indigenista de la obra de Vallejo, y por tanto también de Trilce, queda, en todo caso, dentro de una corriente bastante pujante de estudios vallejianos, inaugurada por un ensayo de Phyllis Rodríguez-Peralta y que ha encontrado recientemente nueva vida en las investigaciones de Pedro Granados Agüero. No se trata sólo, como ya advertía entre otros Roberto Paoli, de rastrear un “espíritu indio” que para Vallejo constituye “primero su mito y luego su ideal”; también se puede intentar delinear con mayor precisión el alto grado de sincretismo de esta mitología, y luego de este ideal – a partir, por ejemplo, de las frecuentes apariciones, en Trilce, de “sole” / “Sole” / “sol”, en un continuum que va desde la evocación del elemento natural hasta la representación de la divinidad (cristológica y a la vez ligada a la mitología indígena poshispánica de Inkarri), terminando con la degradación típicamente modernista dada por la homonimia de el Sol/sol con la moneda actual, entonces como ahora, en el Perú.]
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Lorenzo Mari vive e lavora a Bologna. Ha pubblicato alcuni libri di poesia – tra i quali Querencia (Oèdipus, 2019) e la plaquette Tarsia/Coro (Zacinto, 2021) – e alcuni saggi, tra i quali Il taccuino dell’intellettuale. Disegno e narrazione nell’opera di John Berger (Mimesis, 2020).
Traduce dallo spagnolo e dall’inglese. Sta lavorando a una traduzione italiana di Trilce di César Vallejo per Argo Libri. Per la stessa casa editrice ha recentemente curato l’introduzione di Deserto (2021), saggio anarco-ecologista di autore anonimo. Collabora con le riviste online Argo, PULP Libri e Fata Morgana Web.
Giualiano Mesa (Salvaterra, RE, 1957 – Roma, 2011) ha publicado los siguientes libros de poesía: Schedario (Torino, Geiger, 1978), Poesie per un romanzo d’avventura e altre poesie (in Il sesto poeta, Milano, Spirali, 1982), Il loro scritti (Roma, Quasar, 1992), Improvviso e dopo (Verona, Anterem, premio L. Montano, 1997) e QuattroQuaderni (Genova, Zona, 2000). Y fue promotor del proyecto ákusma. Forme della poesía contemporanea (Fossombrone, Matauro, 2000).