Il cambiamento c’è, ma non si vede. I segnali sono pochi, e in genere si tratta di notizie di rilevanza marginale. L’Iran cerca l’uranio in Bolivia; Russia e Kuwait firmano accordi di cooperazione nella progettazione di centrali atomiche; USA e Russia decidono congiuntamente di ridurre gli stock militari di plutonio; L’Egitto ottiene l’approvazione della IAEA per la costruzione di nuove centrali. Sembra essersi diffusa, fra le maggiori potenze mondiali, la preoccupazione di produrre energia elettrica attraverso la tecnologia nucleare. Non ultima l’Italia, visti i recenti rapporti fra Enel e Edf.